PROSERPINE, di Silvia Colasanti Spoleto, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti La scrittura di questa ‘Proserpine’ รจ umbratile e intricatissima, come una lava incandescente che scorra sotto una superficie telluricamente instabile, agitata dalla nostalgia di un ‘qualcosa’ che l’assenza di ogni compiacimento citazionistico induce a indovinare come reminiscenze aggiornate di Henry Purcell, di madrigali rinascimentali, addirittura di struggimenti viennesi prima della …